mercoledì 28 ottobre 2020

"Nuovo DPCM, nuova vita?"

Nella giornata di domenica è giunto l'ennesimo Dpcm da parte del Governo. Una “scure” che si abbatte nuovamente sulle abitudini delle persone e sull’assetto socio-economico dell’Italia. Proprio adesso che le nostre vite erano tornate a “scorrere”, che durante l'estate eravamo stati tranquillizzati sul fatto che la prevedibile seconda ondata sarebbe stata gestita efficacemente. Questa volta, ci dicevano, il Covid-19 non ci avrebbe trovato impreparati: il Governo e le Regioni sarebbero stati pronti ad affrontare uno stato di emergenza sanitario, sfruttando bene il tempo e le conoscenze a disposizione, ad esempio aumentando i posti letto per le degenze Covid, quelli in terapia intensiva o assumendo nuovo personale.

Eppure, sette mesi dopo, l'Italia si è già mossa verso un nuovo mini lockdown, inasprendo rabbia e frustrazione nella collettività obbligata a subire nuove restrizioni: orari di apertura e chiusura di bar e ristoranti, il ritorno alla didattica a distanza, la sospensione delle attività culturali e sportive e la chiusura delle attività commerciali nel fine settimana. La tensione sociale è alta, come dimostrano le manifestazioni di protesta che stanno avvenendo in varie città d’Italia, complici anche le organizzazioni di estrema destra che hanno trovato gli ingredienti giusti per accendere sentimenti d’odio e sfogare in violenza. 
Ma è possibile che sette mesi siano stati completamente inutili? No, certo.
Oggi sappiamo molto di più sul virus rispetto a marzo.
Eppure la Scienza si divide nell'intercettare soluzioni possibili per il contenimento dei contagi.
C'è chi come il Dott. Giorgio Parisi, insieme ad altri 100 scienziati, ha rivolto un appello a Sergio Mattarella e a Giuseppe Conte per inasprire le misure anti-covid e ridurre del 50% le occasioni di contatto fra le persone. Ad esempio “mandare a scuola metà classe la mattina e metà il pomeriggio, aprire il 50% dei negozi a giorni alterni” (Il Fatto Quotidiano). 
C'è invece chi come il virologo Giorgio Palù si dichiara contrario alla linea dura e alle nuove restrizioni affermandosi “contrario come cittadino perché sarebbe un suicidio per la nostra economia; come scienziato perché penalizzerebbe l’educazione dei giovani, che sono il nostro futuro, e come medico perché vorrebbe dire che malati, affetti da altre patologie, specialmente tumori, non avrebbero accesso alle cure”.

Palù evidenzia come il 95% delle persone infette sia asintomatico o sviluppi pochi sintomi e solo il 5% invece si ammala di Covid. Per lo scienziato non è detto che tutte le persone positive siano “contagiose cioè che possano trasmettere il virus ad altri. Potrebbero farlo se avessero una carica virale alta, ma al momento, con i test a disposizione, non è possibile stabilirlo in tempi utili per evitare i contagi“. Il motivo potrebbe essere “una carica virale bassa, perché potrebbero essere portatrici di un ceppo di virus meno virulento oppure perché presentano solo frammenti genetici del virus, rilevabili con il test, ma incapaci di infettare altre persone”. Quello che realmente conta secondo Palù è sapere “quante persone arrivano in terapia intensiva: è questo numero che dà la reale dimensione della gravità della situazione. In ogni caso questo virus ha una letalità relativamente bassa, può uccidere, ma non è la peste“.


Noi cittadini siamo qui a subire nuove restrizioni imposte dal Governo che toccano ogni aspetto della nostra vita. La frustrazione ed il malcontento salgono con l'aumento delle difficoltà economiche e sociali. 
Aldilà della diatriba interna alla Scienza, appare doveroso porsi le seguenti domande: 
E' veramente stato fatto tutto quello che si poteva per evitare queste misure? 
Le restrizioni di questo nuovo Dpcm potevano essere evitate? 
Quali saranno le conseguenze nell'assetto socio-economico del Paese?

1 commento:

  1. Giustissima riflessione....
    Parlo da sano,da fortunato sia in ambito lavorativo,sociale e stile di vita....
    Scettico sulla efficacia delle nuove misure adottate, ma sicuro sul risultato economico che porteranno...
    Aggiungo un altro punto...notato spostandomi qua e la per la penisola...(Maggiormente al centro ed al nord che al sud)
    Un forte e innaturale senso di fobia per le altre persone sta nascendo e si sta radicando in tutte le persone, di qualsiasi età.
    Si tende sempre più a cercare un isolamento, sperando di non essere contagiati.
    Mi fa paura...

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